Daily Luxury

Avevo quarant’anni nel 1973. Giornalista affermato, già di lungo corso, facevo il gallo per una stupenda gallina di trent’anni anni. Azione segreta ovviamente, nessuno sapeva, figuriamoci a casa! Era tempo in cui si difendevano gli uomini dall’ira (a schiaffi) delle donne. Azione in trasferta la mia; andata e ritorno in mattinata, sfruttando gioiosi, invitanti appuntamenti. E quindi, manco a dirlo, il primo giorno di primavera. C’è il cielo azzurro, ci son le margherite, l’aria, quella che ti carpisce l’esaltazione da uomo che sa e fa, senza problemi. Ventun marzo: lei mi aspetta con Samsara, quello d’allora, che porta in quelle quattro lettere finali il suo nome: Sara. In Italia non ancora in commercio, se non ricordo male, almeno nelle profumerie dove mi facevano lo sconto. Senza Samsara, quindi, ma se c’è amore… Ma l’amore spesso è impertinente e sa esserlo senza Samsara. Che non c’è: c’è invece un messaggio che risponde al mio piagnucolato preannuncio di mancanza profumo “e, pensa, a nome tuo, cara, scusami”. Risposta esplicita e con testimonianza di mamma solerte: “Lascialo perdere quello lì: non ha nemmeno quattro soldi per un profumo! Via via! E poi, dove scrive? che giornalaio è?”. Ero un bravo un delfino (?) dicevano. Sbagliato: ora delfino sta per cretino. E Sara non c’è. Direbbe Nek: secondo mamma non c’è…