Grandi film italiani raccontati dal genio olfattivo di grandi nasi
Cosa hanno in comune profumo e cinema?
Il naso è come un regista, la piramide olfattiva è come la trama, le note sono come gli attori …
QUANDO LA VISIONE OLFATTIVA DIVENTA EMOZIONE
La similitudine tra profumo e cinema riguarda l’incredibile universo delle emozioni.
Entrambi i mondi hanno uno straordinario potere evocativo e sono capaci di proiettarci in un’altra dimensione. Il cinema, attraverso le immagini, ci permette di calarci facilmente in una realtà diversa dalla nostra; il profumo, in modo invisibile, approda, attraverso l’olfatto, al sistema limbico cerebrale facendo scaturire emozioni e ricordi.
Per strade diverse, dunque, profumo e cinema influiscono sulle nostre sensazioni. Se i due potessero coesistere simultaneamente, nelle sale cinematografiche potremmo vivere un’esperienza davvero immersiva e globale.
E non a caso nella storia della cinematografia non sono mancati i tentativi per abbinare la proiezione di un film alla diffusione di un profumo.
Del resto, cosa più di un profumo può amplificare e intensificare un’esperienza cinematografica?
Per darvi modo di provare questa straordinaria dimensione multisensoriale abbiamo selezionato, con la collaborazione del Museo Nazionale del Cinema di Torino, sei grandi film della cinematografia italiana e abbiamo chiesto a dodici nasi, italiani e internazionali, di ideare altrettante fragranze che ne completino la narrazione visiva.
Museo Nazionale del Cinema
Unico in Italia e tra i più importanti al mondo, il Museo Nazionale del Cinema è ospitato all’interno della Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino. È una delle più ricche ed emozionanti esposizioni di cinema e racchiude e illustra tutta la storia del cinema, dal teatro d’ombre alle prime affascinanti lanterne magiche, ai più spettacolari effetti speciali dei nostri giorni e al cinema di realtà virtuale.
All’interno di questo viaggio visivo, non ci si può dimenticare di tutti gli esperimenti – attivi fin dai primi anni dieci del Novecento – che intendevano aggiungere la percezione olfattiva a quelle auditiva e visiva del cinema. Risale al 1906 il primo tentativo di profumare una pellicola: Samuel Rothafel impregnò di profumo alle rose dei batuffoli di cotone posizionati davanti ad altrettanti ventilatori durante la proiezione di Rose Parade. Si dice che anche Walt Disney avrebbe concepito il suo Fantasia come esperienza anche olfattiva, cui dovette rinunciare per i costi elevati.
Negli anni cinquanta, Hans Laube e Bert Good brevettarono uno strumento per sincronizzare l’emissione di odori con le scene di un film attraverso l’uso di segnali ottici sulla pellicola. Nel 1957, Morton Heilig creò il sensorama che proiettava pellicole in 3D insieme a un suono stereo, aria e aromi.
Nei decenni successivi presero piede le carte odorama da grattare e annusare, utilizzate dal regista John Waters per il suo film Polyester. In anni più vicini a noi, non possono non essere citati il Fragrance Communications System, con cui in Giappone viene lanciato il film di Terence Malick The New World, e il documentario francese profumato L’Odorat di Kim Nguyen, che esplora la nostra relazione con gli odori attraverso la vita di una donna che ha perso il senso dell’olfatto.