vincitore miglior profumo artistico marca indipendente 2024

  • Lime, pepe rosa e la dolcezza poudrée della violetta aprono questa fragranza inebriante e fuori dalle righe, il cui cuore avvolge di incenso mistico, misteriosamente impreziosito da elemi e cashmeran. Sul fondo un vetiver umido e legnoso, un patchouli intenso e il calore sensuale del labdano. Il tutto si fonde insieme in una sinfonia profonda, un rituale che evoca il mistero e la sacralità, che lascia un’impressione indelebile e invita a lasciarsi andare alla bellezza delle cose intangibili.

  • L’apertura è un legno di tatami ed aghi di pino giapponese, siamo in un antico ryokan di Kyoto e la pioggia ha smesso di cadere. Una calda ciotola di riso è accanto a noi, ci ricorda la semplicità della vita, la sua purezza. L’attenzione ci porta al naso la nota verde, chiara e trasparente di un bosco di bambù, la nota fiorita della peonia è invece un haiku emozionante. Un istante che prelude al risveglio della nostra anima dal sogno. Infine le luci di quest’alba avvolgono le note legnose del sandalo, del cedro e dall’accordo tipico del rituale Kodo, incenso. Un viaggio nella bellezza dell’armonia giapponese.

  • Nasce dal desiderio di raccontare l'amore per il giardino, come luogo fisico e spirituale, come specchio della coscienza. E' stato fatto interpretando la famosa violetta, fiore austero e delicato, ma dal forte carattere. La violetta che racconta le mattine di marzo, quando ancora la terra è umida e fredda, bagnata dal tardo inverno e le prime luci della primavera illuminano il prato. Le violette crescono e profumano le giornate, un rituale che si ripete anno dopo anno. Si è voluto rendere moderna la tradizione, cercare l’equilibrio tra le note cipriate, fruttate e legnose. La nota croccante del cassis racconta la freschezza di quelle mattine, l’accordo di vetiver, patchouli e incenso ci riporta alla terra, alle nostre radici. La violetta, l’iris e l’accordo fiorito sono l’emozione, la luce, l’eleganza. Un classico contemporaneo, una violetta anni ’20 ma del nuovo secolo.

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