L’attar (o ittar) è l’olio essenziale ricavato dai fiori, secondo un antico metodo di estrazione originario dell’India: alcuni scavi archeologici hanno riportato alla luce alambicchi di rame, utilizzati per la produzione di attar, che risalgono al 3000 a.c. circa.
Seguendo le stagioni della raccolta dei fiori, i vecchi produttori di attar viaggiano di villaggio in villaggio per tutta l’India portando con sè i loro alambicchi. L’equipaggiamento è cambiato poco, in alcuni casi per nulla, negli ultimi cinquemila anni. Il procedimento è compiuto a mano senza l’ausilio di strumenti tecnologici.
Si tratta di una distillazione a vapore a bassa pressione dei petali dei fiori che vengono posti in un alambicco di rame, sigillato con cotone e argilla. Il processo può richiedere anche più di due settimane e viene controllato costantemente dal “fabbricante di attar” che regola la pressione e la temperatura del fuoco, per non bruciare i delicati petali dei fiori. Alcuni attar contengono anche legni, spezie e resine.
Gli attar venivano offerti in dono dai regnanti indiani ai loro ospiti al momento della partenza, racchiusi in contenitori di cristallo, gli ittardan. La famiglia reale li utilizzava anche come deodoranti.
Queste essenze sono molto apprezzate in India, loro patria di origine dove si impiegano anche in alcuni rituali indù, ma sono molto diffuse anche in tutto il mondo musulmano, del quale hanno varcato i confini per definire ormai normalmente fragranze diluite in olio e non in alcool per soddisfare i costumi sociali del medio Oriente.