Accademia del Profumo dedica il 21 marzo, primo giorno di primavera, alla celebrazione del profumo, alle persone che ogni giorno compiono il gesto di profumarsi – affidando quasi inconsapevolmente al profumo la prima espressione di sé – e alle professionalità e alle aziende che rendono ogni fragranza un’esperienza unica ed emozionante.
Ogni profumo è un soffio di vitalità, una sferzata di energia che, come la primavera, risveglia i sensi e infonde benessere.
La Giornata del Profumo è un invito a profumarsi, a immergersi nel mondo delle fragranze e a lasciarsi conquistare dall’infinito universo di accordi olfattivi.
C’è cultura e sapere dietro ogni profumo, ma la vera magia sono le emozioni, i sogni e i ricordi che ogni fragranza sa suscitare.
le edizioni
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memorie olfattive e pensieri profumati
memorie olfattive e pensieri profumati
ecco i pensieri di addetti ai lavori, personaggi dello spettacolo, stampa e blogger per celebrare con noi la Giornata del Profumo
Ermanno Picco
La Gardenia nell’occhiello
Sono nato a fine primavera nella campagna lombarda, fra l’odore intenso del maggese e del bestiame e la dolcezza inebriante dei tigli in fiore. Il naso comincia presto la sua palestra in mezzo alla natura e cogliendo la verdura dall’orto di nonna o giocando con la legna ti ritrovi presto a godere con la faccia tra le mani. La mia infanzia è stata così fragrante che che potrei parlare per ore, e ancora oggi la memoria è così vivida da essere un riferimento nel trovare la strada di casa un po’ in ogni fragranza. Ora però mi voglio soffermare su una gita di pochi anni fa in una campagna a me straniera, quella toscana. E’ il ricordo di una mattina di quelle perfette, di quelle in cui ti senti beato, inanellata di perle di rugiada mentre il sole di maggio rinviene i grappoli mielati dell’acacia ancora molli di pioggia. La moto canta veloce e, dando gas, gli ottani si mischiano alla frescura balsamica dei cipressi e il verde polveroso dei giaggioli. Divori il sentiero e non vedi l’ora di arrivare sotto l’enorme quercia di Collodi, un gigante centenario la cui ombra muscosa abbraccia ogni Pinocchio che come me volesse scambiar dolci bugie con chi mi stringeva forte ad ogni accelerata. La memoria di quell’aria musicata dal ronzio delle api è ancora così magica nella mente che spero prima o poi di ritrovarla distillata in un profumo per respirare a piacimento quella serenità.
Luciano Parisini
Daily Luxury
Avevo quarant’anni nel 1973. Giornalista affermato, già di lungo corso, facevo il gallo per una stupenda gallina di trent’anni anni. Azione segreta ovviamente, nessuno sapeva, figuriamoci a casa! Era tempo in cui si difendevano gli uomini dall’ira (a schiaffi) delle donne. Azione in trasferta la mia; andata e ritorno in mattinata, sfruttando gioiosi, invitanti appuntamenti. E quindi, manco a dirlo, il primo giorno di primavera. C’è il cielo azzurro, ci son le margherite, l’aria, quella che ti carpisce l’esaltazione da uomo che sa e fa, senza problemi. Ventun marzo: lei mi aspetta con Samsara, quello d’allora, che porta in quelle quattro lettere finali il suo nome: Sara. In Italia non ancora in commercio, se non ricordo male, almeno nelle profumerie dove mi facevano lo sconto. Senza Samsara, quindi, ma se c’è amore… Ma l’amore spesso è impertinente e sa esserlo senza Samsara. Che non c’è: c’è invece un messaggio che risponde al mio piagnucolato preannuncio di mancanza profumo “e, pensa, a nome tuo, cara, scusami”. Risposta esplicita e con testimonianza di mamma solerte: “Lascialo perdere quello lì: non ha nemmeno quattro soldi per un profumo! Via via! E poi, dove scrive? che giornalaio è?”. Ero un bravo un delfino (?) dicevano. Sbagliato: ora delfino sta per cretino. E Sara non c’è. Direbbe Nek: secondo mamma non c’è…
Marika Vecchiattini
Bergamotto e Benzoino
Quando avevo dieci anni circa, il sabato mi facevo portare da mia madre alla Rinascente di Genova, perchè lì c’era un reparto “Profumi” che mi attirava come miele. Mi aggiravo tra gli scaffali e spruzzavo a più non posso, inebriandomi di fragranze stupende. Non vedevo l’ora di essere grande per comprarmi i profumi che tanto amavo: Guerlain, Dior, Yves Saint Laurent… Ovviamente non volevo mai andare via e mia madre dopo un po’ doveva portarmi fuori di peso. Uscivo profumata in maniera imbarazzante, e per tutta la settimana non riuscivo a pensare a nient’altro.
Grace Gazzola
The Beauty Cove
Ricordi? La vita profuma. Amo le idee fumose, che affiorano lentamente alla mente attraverso cortine dense di pensieri e ricordi. Mi piacciono gli odori del passato, i tessuti che si impregnano di fragranze che si tramandano, gli angoli in ombra, i percorsi segreti su rugosi pavimenti in cotto, le grandi ceste di salice intrecciato cariche di ciocchi da ardere posate davanti a camini maestosi. Mi piacciono le finestre aperte su aie assolate invase dai fiori, dove i frutti asciugano adagiati su teli candidi tra macchie di rosmarino e mentuccia e il vento distratto che li sfiora senza cura, inconsapevole di trasportare scie di inebriante beatitudine. Mi piacciono le strade sterrate tra i campi, percorse in bicicletta, l’aria ribelle che odora di libertà e solleva polvere e stelle di tarassaco. Mi piacciono le biblioteche chiuse, l’odore della carta dentro copertine di marocchino e il profumo del tempo dimenticato tra le pagine scritte. Mi piacciono i letti di lino bianco, le spighe di lavanda, la luminosa nostalgia di cere racchiuse in vetri ambrati, le tende alte e pesanti da tenere socchiuse, le lame di luce curiose che tagliano in due il soffitto. Mi piace l’odore del pane, il fare di mani veloci su taglieri di legno robusto. Mi piacciono le materie pure, grezze, intatte e l’attenzione dei gesti educati, lenti, che rispettano le tradizioni, la cura dei dettagli all’apparenza irrilevanti. Mi piacciono i mondi invisibili, gli universi personali, i paradisi di unicità, gli sguardi d’intesa davanti ad un calice alzato, le belle tavole di pizzi, il candore delle occhiate materne, le porcellane antiche, la convivialità ciarliera da tagliare a fette. E i profumi che parlano, questi profumi, che sanno solo d’amore, il tabacco del nonno, il vassoio carico di pesanti bottiglie di cristallo coi liquori, le violette di zucchero, i fiori freschi tutti i giorni nei vasi, i belletti e le boccette aulentissime misteriosamente nascoste, i dolci al miele da spartirsi con quell’egoismo tenero di bimbo. Oro puro dei sensi, momenti di preziosa incancellabile memoria, che impregna l’anima e distilla infinite emozioni. Ricordi? La vita profuma.
Marina Donato
beautymarinad
Profumo di Tramonto. Il mare increspato veste i colori del cielo, irradiato dagli ultimi raggi del sole. La brezza marina si fonde con la scia inebriante del pitosforo in fiore, mentre la palla di fuoco scompare tra i flutti
Mariangela Rossi
Lifestyle & Travel writer
Potrei narrare di ricordi olfattivi per ore, partendo da una nonna appassionata e dalle lunghe estati da bambina che profumavano di fiori e spensieratezza. Ma preferisco soffermarmi su un momento preciso, nel 2016. Ero in Bhutan e dopo l’ascesa verso il Chimi Lhakhang, dedicato al Lama Drukpa Kunley, lo sguardo si è fermato su due giovani monaci, tra il profumo inebriante di un mix tra incenso, cera calda e offerte di fiori che usciva dall’interno del tempio. Intorno, piantagioni terrazzate di riso rosso, foreste di cedri e fioriture di magnolie, jacarande lilla e rododendri. Perfetto, magico. Un anno è passato, scandito da altri viaggi, libri, storie e incontri “fragranti”, tutti diversi. Ma l’amore per il profumo è rimasto lo stesso. Mi emoziona come sempre, aiutandomi a scoprire la bellezza dei luoghi che poi racconto e continuando a darmi un senso di protezione ogni giorno. In sintesi, a farmi stare bene.