rosa

Regina dei fiori la rosa, re dei giardini il roseto che la produce. Da sempre considerata simbolo di eleganza, di bellezza e di fragilità, è coltivata dalla notte dei tempi: si dice sia stato Sargon I (re di Assiria dal 1920 a.C. al 1881 a.C.) a promuoverne la coltivazione.

La rosa giunge dalla Persia dove si iniziò a coltivarla grazie alla situazione climatica e, ben prima della nascita di Cristo, venne portata in Europa.

Re e regine venivano lavati e profumati con acqua di rose e durante le festività religiose veniva spruzzata nell’aria. I Romani la resero sacra e la consideravano un dono di Afrodite dea dell’Amore. Anche i templi venivano decorati dai Greci e dai Romani con tralci di rose. I greci consacrarono la rosa a Venere, dea dell’amore. Epicuro la coltivava nei propri giardini e affermava che cogliere una rosa al mattino era una delle più grandi gioie della vita. La poetessa Saffo le donò l’appellativo di regina dei fiori. I romani la utilizzavano per aromatizzare il vino e i sorbetti. Nell’era cristiana fu dedicata alla Madonna e alcune preghiere ne hanno derivato il nome, come ad esempio il rosario.

È il fiore più cantato dai poeti e nominato dagli antichi scrittori: nel Vecchio Testamento, libro della Sapienza, si parla di rose; nel Cantico dei Cantici si cita la rosa di Saron; nelle tombe egiziane si trovano rappresentate; Omero ci dice che Aurora, la dea del mattino, con “dita di rosa” dipinge di colore il mondo a ogni alba; Saffo, Catullo, Anacreonte, Virgilio, Ovidio ed Erodoto, Plinio e Ippocrate erano stregati dal suo fascino; i trovatori medioevali s’ispiravano al suo simbolo; Dante paragona l’amore paradisiaco al centro di una rosa.

In tempi più vicini a noi troviamo Lorenzo il Magnifico, Shakespeare che ne parla nell’”Enrico IV” e in “Molto rumore per nulla”, D’Annunzio, Giovanni Pascoli con “Rosa di macchia”, Pier Paolo Pasolini e Umberto Eco non hanno saputo resistere alla tentazione di usarla come pietra di paragone per esseri umani o divini, come titolo di un’opera.

Gli olii essenziali utilizzati in profumeria e in cosmetica da tempi immemorabili provengono dal trattamento della rosa centifolia e della rosa damascena. Fu durante il 1500 e il 1600, con il proliferare dei commerci fra l’Oriente e il nord Europa, che si introdussero molte specie di rose e si costituirono tante varietà. È infatti in questo periodo che, in Olanda, si svilupparono le coltivazioni della rosa centifolia (formata da geni di rosa gallica, moscata, canina, damascena). È conosciuta e coltivata in Francia (oggi quasi esclusivamente nella regione di Grasse) fin dal 1596 e nota anche con l’appellativo di rosa di maggio: una varietà così preziosa da essere trattata solo tramite estrazione e con una resa dell’assoluta particolarmente limitata, dall’1,5 al 2%.

Le rose turca, indiana, egiziana, bulgara e del Marocco hanno come provenienza botanica la rosa damascena (o rosa di Damasco) ma le diverse condizioni climatiche e geologiche dei luoghi di coltivazione conferiscono tonalità olfattive diverse e quindi molto interessanti per la creazione.

La rosa bulgara è nota per la qualità superiore poiché si ritiene che il suolo e le condizioni climatiche della Bulgaria siano ideali per coltivare le rose. La Bulgaria è il maggior produttore di rose per essenze ed esporta più di 1300-1400 chilogrammi di olii essenziali all’anno.

Quando arriva la stagione della raccolta dei fiori, a giugno e luglio, si chiudono le scuole e tutta la famiglia si reca nei campi a raccogliere i preziosi fiori. La raccolta inizia alle 4 del mattino e continua fino alle 10. Una sola persona può raccogliere circa 30-50 chili di rose in sei ore. La raccolta inizia al mattino presto per ridurre al minimo la perdita di componenti profumati dovuta all’esposizione al sole che influisce sulla qualità delle rose. I fiori raccolti vengono trattati con vapore a una temperatura di circa 120°C e vengono distillati per 3 ore per ricavare sia l’olio essenziale di rosa che l’acqua di rosa.

Sono necessari 1.400 fiori per ottenere 1 grammo di prezioso olio essenziale che rappresenta il distillato naturale di rosa. Per ottenere 1 chilo di olio essenziale sono necessarie 3 tonnellate di rose.

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