Con il termine di materie prime si definiscono sostanze di diversa provenienza, naturale o sintetica, che – opportunamente estratte dalle piante (un tempo anche dagli animali) o ottenute in laboratorio grazie a particolari reazioni chimiche – servono ai profumieri creatori (o “nasi”) per comporre i profumi.
Sono oltre 5.000 le materie prime a disposizione di un creatore di profumi: per comodità vengono suddivise per affinità olfattive in gruppi detti sfaccettature, le quali sono a loro volta organizzate in famiglie, una struttura piramidale secondo il loro grado di volatilità.
la natura
È la fonte più ricca e impensata di sostanze odorose naturali che provengono da tutti i paesi del mondo e il loro principio olfattivo è contenuto nelle piante o negli animali.
Le materie prime naturali di origine vegetale provengono da varie parti delle piante, dalla scorza degli agrumi, dalle piante aromatiche, dai fiori, dai semi, dalle foglie, dalle varie parti degli alberi, delle radici, dei legni, dei rizomi e dei baccelli.
In passato, venivano utilizzati degli odori provenienti dalle secrezioni ghiandolari di alcuni animali, come quelle dello zibetto o l’ambra grigia, una sostanza odorosa che proviene dalle concrezioni intestinali del capodoglio, una sorta di “calcolo”. O, ancora, il musk estratto dalle ghiandole sessuali del cervo muschiato che viveva in Tibet e in Cina ormai quasi estinto, e il castoreo, sostanza che il castoro secerne per impermeabilizzare la sua morbida pelliccia dall’aroma massiccio, forte e robusto.
Queste sostanze sono state ormai sostituite da molecole di sintesi, dato che il loro utilizzo è spesso limitato e regolamentato in quasi tutti i paesi del mondo e il loro costo ha raggiunto livelli estremamente elevati.
la scienza
Lo sviluppo della chimica organica che ha portato alla scoperta dei prodotti sintetici per la profumeria, si situa attorno alla fine del 19° secolo e ha arricchito e continua ad arricchire la “regia” del profumiere, dando la possibilità di conferire maggiore originalità alle composizioni. Infatti, alla scoperta di una grande molecola spesso corrisponde la creazione di un grande profumo.
Con il termine generico di agrumi si intendono le piante appartenenti alla famiglia delle Rutacee che comprende i più caratteristici arancia dolce e amara, bergamotto, cedro, limetta, limone, mandarino e pompelmo e varietà e ibridi di importazione come kumquat (originario della Cina, detto anche mandarino cinese, più piccolo del suo corrispettivo europeo), yuzu (un limone dolce molto usato dai giapponesi) e lime (originario del Sudest asiatico, Messico, America Latina e Caraibi).
In profumeria, gli olii essenziali ricavati per spremitura dalle scorze dei frutti, appartengono alla sfaccettatura esperidata (o agrumata, o citrus)
Apportano alle composizioni note frizzanti e vivaci, solari, fresche e toniche.
La storia delle piante aromatiche e medicinali comincia 4.000 anni prima della nostra era sulle coste del Malabar, nel sud ovest dell’India, ed è associata all’evoluzione delle civiltà: solo come esempio, le erbe aromatiche erano usate da tempi immemori dagli egizi per l’imbalsamazione oppure dai cinesi per medicamento… In tutte le parti del mondo, la storia dei popoli mostra come queste piante abbiano sempre occupato un posto importante nella medicina, nella composizione dei profumi e nelle preparazioni culinarie.
È stato ampiamente dimostrato che il nostro senso del gusto si affida all’olfatto per potersi esprimere in modo più completo. Viceversa, molti sono i termini che il gusto “presta” all’olfatto per descrivere un odore. Parliamo infatti di odori dolciastri, zuccherati, acidi, aspri, piccanti, frizzanti e tantissimi altri che le nostre esperienze olfattive e gustative ci suggeriscono.
In profumeria vengono definite note golose (o “gourmand”) le evocazioni olfattive di tutto ciò che può essere gustato o bevuto (frutta fresca esclusa). Da quelle utilizzate da lungo tempo, come la vaniglia, il cacao, il miele, la cera d’api, a quelle di più recente impiego, caffè, cappuccino, liquirizia, rum, praline, cioccolato… le materie prime golose – sia naturali che di sintesi (come l’aldeide aromatica detta vanillina e i suoi recenti derivati) – offrono un ventaglio illimitato di sfumature.
Il termine “gourmand” è entrato nel linguaggio descrittivo dei profumi con Angel di Thierry Mugler nel 1992, una delle prime fragranze a coniugare note orientali, ricche di fascino e mistero, con cioccolato, caramello e miele che ne addolciscono la carica di seduzione stemperandola in un’atmosfera magica e fiabesca. Nonostante il carattere molto particolare, dall’epoca del suo lancio si conferma ancora uno dei profumi di più grande successo presso il pubblico femminile.
A partire da questo capostipite, si è poi sviluppata una lunga stirpe di profumi nei quali la sfaccettatura “gourmand” si lega a personalità dominanti diverse in una tendenza che non si limita più al solo universo femminile ma tocca anche alcune fragranze maschili.
Come mai le spezie racchiudono in sè, così potente, il fascino e l’esotico mistero dei loro paesi d’origine? Come mai basta un pizzico di cannella, di noce moscata, di chiodi di garofano, di cumino, per evocare paesaggi di luoghi lontani, sapori, colori e odori al tempo stesso familiari e arcani? Le spezie possiedono il magico potere di trasportarci lontano, di ricreare nel nostro immaginario atmosfere da “mille e una notte” cariche di seduzione.
Da sempre considerate un genere di lusso, utilizzate soprattutto in cucina e per le loro virtù medicinali, le spezie sono conosciute e apprezzate sin dai tempi più remoti. Merce di scambio a volte più ricercata dell’oro, furono uno dei motivi che spinsero mercanti ed esploratori a ricercare nuove rotte commerciali intorno al mondo. Gli Egizi usavano erbe e spezie per l’imbalsamazione e per la cosmesi del corpo; i Fenici le rivendevano in tutto il Mediterraneo; per secoli gli Arabi furono gli intermediari privilegiati negli scambi con l’Oriente e l’Africa a sud del Sahara e mantennero segreta la provenienza delle spezie per assicurarsene l’esclusiva. Nel Rinascimento, Venezia e Genova divennero i principali centri dove le spezie affluivano per poi raggiungere tutta l’Europa. Nel 15° secolo, i portoghesi scoprirono nuove rotte verso Oriente e aprirono la rotta delle spezie, la via marittima che dall’Europa portava all’India e oltre, fino alle Isole delle Spezie (Molucche). Sulla nuova via commerciale venivano importate soprattutto spezie come il pepe, i chiodi di garofano, la noce moscata e la cannella. La scoperta della rotta di circumnavigazione dell’Africa e la fondazione della Compagnia delle Indie Orientali tolsero definitivamente il monopolio del commercio delle spezie ai porti del bacino del Mediterraneo.
Anche la scoperta del Nuovo Mondo aprì nuove frontiere: Cortes riportò dal Messico la vaniglia e il cioccolato e gli Spagnoli piantarono lo zenzero nelle loro nuove colonie. Attualmente l’India è ai vertici mondiali nell’esportazione di spezie (principalmente pepe, cardamomo, zenzero, cumino e curry) seguita dall’Indonesia (pepe, noce moscata, cardamomo), Brasile (pepe), Madagascar e Malaysia (pepe e zenzero). Ma le spezie non hanno accompagnato la storia dell’uomo solo da un punto di vista puramente culinario o medicinale: sono state utilizzate in cosmetici e unguenti profumati sin dai tempi degli antichi Egizi. Alle composizioni profumate della profumeria moderna, le spezie conferiscono un carattere deciso, caldo e passionale a profumi maschili e femminili di grande forza. Mai troppo preponderante in un profumo, in abbinamento ad esempio con i fiori, la sfaccettatura speziata ne esalta il fascino e la carica di seduzione con calorosa esuberanza; sottolinea con brio il tocco etnico dei legni; evidenzia con intensità la ricchezza opulenta, misteriosa e avvolgente delle note orientali. Vi sono spezie utilizzate più frequentemente nelle fragranze femminili, come cannella e bacche rosa e altre considerate più “maschili” come il cardamomo, il pepe nero e il coriandolo.
Nella seconda metà dell’800, le grandi scoperte della scienza portano una svolta determinante nella profumeria: i ricercatori isolano, da sostanze naturali vegetali e animali, molte molecole olfattivamente interessanti che portano all’invenzione di prodotti senza eguali in natura.
Natura e scienza sono legate indissolubilmente tra loro e si sostengono a vicenda: la natura produce molecole odorose che danno vita a meravigliosi profumi; la scienza permette di riprodurre gli odori della natura fissandone le caratteristiche, preservando le specie a rischio di estinzione.
L’utilizzo di molecole odorose di sintesi ha ampliato la scelta dei nasi che oggi possono contare su una “collezione” di oltre 5.000 materie prime tra le quali scegliere quelle più adeguate alla loro idea di creazione. Le molecole di sintesi sono usate non per il loro odore ma per dare un effetto d’insieme alle composizioni olfattive.
La produzione di ogni nuova molecola rappresenta investimenti consistenti per anni di ricerca, seguiti da processi di fabbricazione spesso lunghi e complessi, test di tossicità e registrazioni di costosi brevetti prima di ottenere sostanze che permetteranno di esprimere nuove emozioni.
E la ricerca non si ferma mai. Nuovi orizzonti si profilano con i risultati ottenuti dalla chimica chirale fondata sul processo di sintesi asimmetrica, che permette di isolare e produrre molecole innovative (enantiomeri), come alcune note fruttate o di musk, dalle prestazioni olfattive molto elevate. Per lo sviluppo di tali metodi, il professore Ryoji Noyori, membro del consiglio di amministrazione di Takasago Giappone ha diviso il premio Nobel per la chimica nel 2001 con William S. Knowles e K. Barry Sharpless.
Ecco alcune invenzioni della scienza tra le più significative.
ALDEIDE
Sintetizzata nel 1903 dal chimico francese Auguste Darzens, questa sostanza rimase nei cassetti dei ricercatori fino al 1921, quando entra nella composizione di un profumo archetipo per eccellenza, Chanel N° 5. Evoca una nota fresca molto particolare, verde e metallica.
CALONE
Le note ozoniche/marine sono nate grazie alla scoperta, nel 1974, di una molecola “dall’odore di mare” con effetti iodati e acquatici: la calone. La capostipite delle note marine di sintesi è la base di molte fragranze che, dalla fine degli anni ’80, inaugurarono il trend acquatico in profumeria: Cool Water Davidoff (1988), New West for Her di Aramis (1990), Acqua di Giò di Giorgio Armani (1996) e molti altri.
CUMARINA
Componente olfattivo della fava tonka scoperto nel 1868. Emana un odore dolce, erbaceo e speziato, simile alla vaniglia. Si possono ritrovare anche note fieno e tabacco.
METILIONONE
È la molecola scoperta nel 1893 dalla condensazione del citral, componente principale della citronella, con un acetone. È l’elemento indispensabile per ricreare il profumo del fiore di violetta e ha consentito di ampliare gli strumenti del creatore di profumi per lo sviluppo delle note cipriate.
MUSK
Il musk nasce come una molecola odorosa scoperta dai chimici nel cervo muschiato himalaiano (Moschus Moschiferus), il quale racchiude naturalmente questa sostanza odorosa (fortemente animale, erotica, intensa e conturbante) in una ghiandola vicina ai genitali che viene disseminata durante la stagione degli amori come un messaggio, una specie di carta d’identità olfattiva dall’effetto afrodisiaco.
Essendo un animale molto raro e in via d’estinzione, verso la fine dell’800 venne realizzata la prima sintesi chimica di molecole che riproducono le note olfattive del musk: i nitro muschi, il musk cetone, lo xylene, soppiantati poi da altre molecole ritenute più sicure, per esempio il cashmeran.
Nell’evoluzione delle varie molecole di sintesi, la nota animale del musk si è via via “ripulita” assumendo una connotazione olfattiva sempre più delicata e trasparente, meno animale. Oggi, per esempio, viene comunemente chiamato muschio bianco ciò che ha odore di pulito, quasi di bucato appena fatto. Il musk oggi apporta ai profumi una nota di pulito, di pelle, molto sensuale.
VANILLINA
Isolata dalla vaniglia e dal legno di guaiaco, questa molecola è una delle più grandi scoperte della profumeria datata 1876. Dal punto di vista chimico è una aldeide e si presenta, a temperatura ambiente, come un solido cristallino bianco dal caratteristico aroma. È usata nelle fragranze dal carattere esotico e sensuale.