La differenza si basa principalmente su due aspetti, uno più legato alla produzione (ovvero alla diversa concentrazione in alcool della formula), l’altro più legato alla creazione cioè alla scelta delle materie prime.
Le acque di colonia sono, in qualche misura, tutte figlie della prima Aqua Mirabilis di Gian Paolo Feminis e Jean Marie Farina. Zio e nipote, nel 17° secolo, inventarono la formula di un profumo che ancora oggi, declinato in modi diversi, accomuna un senso di leggerezza e vitalità, diventato irrinunciabile per chi adotta uno stile sportivo. Sono fragranze così legate a un concetto di naturale benessere da poter quasi essere usate come frizioni su tutto il corpo per la loro bassa gradazione in alcool e la ridotta concentrazione di profumo (intorno al 5%) e diventare, in una visione più maschile, delle lozioni dopobarba.
Nelle eau de toilette la decisa concentrazione di profumo, intorno al 8-12%, e una maggiore presenza di alcool accentuano l’evaporazione ed enfatizzano l’impatto iniziale. Seguendo le ricette tradizionali di composizione, il profumiere creatore insiste sulle note di testa per sottolineare la vivacità, scegliendo note frizzanti come gli agrumi, le note marine o le aromatiche. Nella composizione risulta prevalere la testa, lasciando successivamente spazio a una scia delicata, per delle creazioni più casual o discrete.
Nelle eau de parfum, la cui concentrazione in alcool va dal 12 al 18% circa, il cuore rappresenta la parte più importante della formula. Il profumiere creatore potenzia nella composizione le note di fiori freschi e le note fruttate per una formula che esalta ricchezza e seduzione.
Profumo, essenza ed estratto sono i prodotti in cui la concentrazione del profumo nell’alcool è più forte, le percentuali vanno dal 20 al 40%, la massima diffusione e persistenza diventano quindi criteri rilevanti. Di conseguenza, oltre alla concentrazione, un risultato ottimale dovrebbe esaltare la composizione del fondo. La scelta delle materie prime cade su note come i legni preziosi, le note golose, il muschio, l’ambra e le note muschiate che arricchiscono il profumo in personalità.
Infine, un accenno alle differenze percettive tra estratto e profumo in olio che sono decisamente notevoli.
L’estratto beneficia della volatilità dell’alcool per accentuare l’evaporazione dei componenti della fragranza. La percezione risulta quindi molto più rapida e in qualche modo più “limpida”, non essendo limitata dal peso della base.
Nel caso di una diluizione in olio, prassi diffusa nelle società del medio Oriente, trattandosi di una base grassa l’evaporazione diventa molto più lenta. Nella civiltà araba, questa forma di erogazione viene definita “attar”.